La contrada prende il nome dal palazzo comunale che affacciava sulla piazza di Lovere, dove si trovava l’arengo o regio, un poggiolo da cui i pubblici oratori appellavano durante le riunioni i capifamiglia loveresi, che era il massimo organo di autogoverno della cittadina. Il nome del poggiolo regio passò a denominare l’antico palazzo civico e poi l’intera contrada circostante. Il palazzo del comune serviva per le riunioni del Consiglio, per gli uffici comunali e per le udienze civili e penali.
Nei pressi della palazzo comunale sorgeva la residenza del Podestà e la torre civica, dotata già dal XV secolo di orologio e campana sul fronte verso la piazza in antico stavano alcuni dipinti, oggi strappati e in parte sostituiti con delle copie.
Poco discosta si trovava anche una colonna, detta colonna di infamia, in cui era infissa una catena e un collare e che fungeva da gogna. Il Podestà di Lovere emetteva infatti anche sentenze criminali e sulla piazza furono eseguite anche sentenze capitali tramite impiccagione.
Nel XV secolo vi abitavano gli Juvenis de Celeri, Celeris de Curtibus, Rossechi de Madassis, Gaioncelli, Bossis, Bazzini, della Plaza, Fabis de Capriolo, Bolis, de Terzo e i de Gavazis de Pradalunga detti Sbardellati.
CHIESA S.GIORGIO SANTUARIO DELLE SANTE CAPITANIO E GEROSA TORRE SOCA CHIESA DI S. CHIARA - EX CHIESA DI S. MARTINO BASILICA DI S. MARIA IN VALVENDRA SANTUARIO S.GIOVANNI IN MONTE CALA CHIESA DI SAN GIORGIO Già prepositurale, venne eretta alla fine del XIV sec. sulle strutture della medievale torre Soca. Contiene una grandiosa tela posta sulla controfacciata del pittore fiammingo Jean de Herdt (1657); degne di rilievo sono anche la pala dell'altare laterale sinistro dipinta da G. Paolo Cavagna (1556-1627) e quella dell'altare maggiore attribuita a Jacopo Palma il Giovane (1544-1628).
SANTUARIO DELLE SANTE CAPITANIO E GEROSA Il tempio, dedicato a Cristo, re dei vergini, fu consacrato dal vescovo di Brescia nel 1938 in onore delle loveresi Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa, canonizzate da Pio XII nel 1950. I mosaici e i simboli delle scale porticate d’ingresso richiamano le beatitudini evangeliche e le opere di misericordia, in armonia con gli scopi caritativi dell’Istituto “Suore di Carità” (dette anche “Suore di Maria Bambina”) fondato a Lovere dalle due sante nel 1832. L’Istituto è oggi diffuso non solo in Europa, ma anche in Asia, Africa e America. Info: tel. +39 035.960147
TORRE SOCA Risalente al XIII–XIV sec., era una delle case-torre di appartenenza della famiglia Celeri che fu inglobata nell’abside della chiesa di S. Giorgio, perché semidistrutta con l’arrivo dei regimi comunali.
CHIESA DI S. CHIARA - EX CHIESA DI S. MARTINO L’Oratorio dedicato al vescovo di Tours sorgeva al di fuori dell’antica cinta muraria, nel Borgo, lungo la strada che conduceva per la Val Camonica. Eretto per volontà dei Monaci di Tours, fu affiancato, nel XVI sec. dal Monastero di Santa Chiara che accoglie in clausura le figlie di Santa Chiara. Essendo di dimensioni ridotte, fu abbandonato nel corso del tempo, pertanto nel 1636 il vescovo Vincenzo Giustiniani, durante la sua visita pastorale, ne ordinò la chiusura. Il restauro del 1980 ha permesso di recuperarne parte del patrimonio artistico tra cui gli affreschi dell’abside e la pietra sacra dell’altare originale dell’Alto Medioevo.
BASILICA DI S. MARIA IN VALVENDRA L’imponente Basilica di S. Maria in Valvendra (75 m. x 25 m.) fu edificata tra il 1473 e il 1483, periodo di particolare floridezza economica per Lovere, nell'alveo di un torrente, il Val Vendra, da cui prese il nome. La Basilica presenta forme classicheggianti rinascimentali di gusto lombardo, con influenze veneziane. L'interno è a tre navate, suddivise da dodici colonne, con cappelle sul lato sinistro. L'opera di maggior pregio è costituita dalle grandi ante dell'organo, dipinte, all'esterno, dal Ferramola con l'Annunciazione e, all'interno, da Antonio Bonvicino detto "il Moretto", con i ritratti equestri dei Santi Patroni di Brescia.
SANTUARIO DI SAN GIOVANNI IN MONTE CALA E’ stato eretto sul finire del XIV secolo probabilmente sui resti di un fortilizio medievale appartenuto alla nobile famiglia Celeri. Ha subito una radicale trasformazione nel 1606, anno in cui ha assunto la forma attuale. Nella parte superiore della facciata del santuario è presente una finestra semicircolare rivolta ad ovest; davanti, invece, è situato un atrio tutto chiuso ad eccezione del portale ad arca con cancellata in ferro. L’interno della chiesa è ad una navata con quattro altari laterali in marmo dedicati a San Rocco, San Carlo, San Fermo e alla Madonna della Speranza. L’altare maggiore presenta una pala di notevole pregio artistico realizzata dal clusonese Antonio Cifrondi (XVII secolo).
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